Giovanni Peretti, ex sindaco di Castelnuovo, rimasto senza lavoro indossa la tuta da soccorritore: “Troppo lassismo in giro, il covid non è sparito”
Il Covid, come è risaputo, ha messo in ginocchio anche il mondo del lavoro. Quindi come reinventarsi un’attività che coniughi impegno sociale e reddito economico di sostentamento, (minimo)? Lo ha fatto Giovanni Peretti, già primo cittadino di Castelnuovo del Garda e da un mese anche ex presidente dell’Ato, l’Associazione di Scopo per il nuovo collettore del Garda. E’ emblematica la sua storia. “Nel 2019, proprio quando ho smesso di fare il sindaco – racconta – ho tentato di rientrare nell’azienda di abbigliamento di Sandrà dove ho lavorato per 28 anni, ma a causa della crisi che ha investito questo settore, la ditta non ha potuto reintegrarmi; infatti, dopo tre mesi ha chiuso definitivamente. Così sono entrato in disoccupazione”.
E cosa ha fatto allora? “Mi sono dovuto reinventare un lavoro a 57 anni. Ho aperto una partita iva per aderire al progetto “Smart Garda Like”, una start up innovativa che si occupa di offrire informazioni al turismo ma, purtroppo, anche questo progetto, con la pandemia, dopo 6 mesi si è arenato”.
Di nuovo a piedi. Quindi? “A gennaio 2020, insieme a mia moglie, ho fatto il corso di soccorritore sulle ambulanze. E’ durato nove mesi, finito nell’ottobre 2020 sono entrato in servizio proprio quando è scoppiata la seconda ondata”.
Peretti, da mesi, così, opera sulle ambulanze della sezione Sos Volontari Valeggio e collabora con la Croce Sanitas Pastrengo, un servizio privato di ambulanze convenzionate. “Praticamente il mio reddito ora – spiega – deriva dalle prestazioni a chiamata di soccorritore che svolgo con la Sanitas Pastrengo, mentre a Valeggio opero da volontario”. Ed è a bordo di queste ambulanze che Peretti “registra” quanto accade ancora oggi. Nei giorni scorsi, preso dallo sconforto, ha pubblicato un post su facebook che in poco tempo è diventato virale.
Ha messo la sua foto da “astronauta” ed ha scritto: “Il mio collega ed io stamattina alle 8,30 abbiamo indossato tuta, doppi guanti, doppia mascherina, occhiali/visiera e ce li siamo tolti stasera alle 17,30, quando abbiamo ionizzato l’ambulanza. Abbiamo trasportato tutti pazienti covid/positivi, di cui la metà più giovani di me… Per cui agli “amici” complottisti/negazionisti/menefreghisti, dico: smettetela, fate un turno con noi e poi ne riparliamo…”.
Peretti racconta che ormai gli ospedali sono saturi, (ancora una volta), e che i pazienti che iniziano a stare meglio, anche se non ancora guariti, vengono rimandati a casa. “Lunedì scorso abbiamo trasportato 7 persone dimesse, tutte ancora positive. Tre di loro erano in fascia tra i 40 e i 50 anni e perfettamente in salute prima del covid, finiti in reparto con il casco dell’ossigeno. Quindi ho voluto mandare un messaggio: questa ondata non è ancora passata, non è un complotto e neanche uno scherzo, ma purtroppo vedo troppo lassismo, troppa gente in giro, e non tutti circolano per lavoro. Non stiamo tenendo abbastanza attenzione e non tutti capiscano fino in fondo la situazione. Si tende a sdrammatizzare, probabilmente perché non se ne può più, ma purtroppo non siamo ancora in sicurezza”, chiude forte e chiaro. Annamaria Schiano