Frana a Tempesta: si stacca un fronte di 60 metri, crollano 2mila mc di roccia sulla Gardesana che rimarrà chiusa per almeno un mese. Si attiva il trasporto su traghetti. Ft e Vd
La troppa pioggia dell’ultimo mese sta mettendo a dura prova il territorio gardesano, con i terreni che ormai non riescono più ad assorbire l’acqua. E come ormai troppo spesso accade si intensificano i dissesti idrogeologici, in un’area già fragile e classificata “zona a frana attiva” con alto rischio sismico.
Due frane imponenti si sono verificate sul lago di Garda in due giorni: la prima a Costermano la notte tra il 30 e il 31 dicembre, che ha staccato 3mila tonnellate di roccia e terra dal versante della Valle dei Mulini;
La seconda ieri 2 gennaio, poco dopo le 18, quando altre 5mila tonnellate circa di detriti, si sono distaccate dalla parete a picco sulla strada gardesana a Tempesta, poco dopo la galleria a nord di Navene, a poche centinaia di metri dal cartello di confine tra Veneto e Trentino, tra i Comuni di Nago-Torbole e Malcesine.
Un evento franoso rilevante che ha trascinato sulla gardesana orientale del lago una massa di detriti, terra, alberi e grossi massi, con una tale forza che ha anche strappato le reti paramassi poste sulla parete, a protezione proprio dei frequenti distacchi rocciosi. Molti massi hanno anche sfondato il muretto di contenimento della strada e si sono ammassati sulla riva sottostante e in acqua. Frane che nel tempo si sono susseguite numerose, con anche vittime nei decenni scorsi. Il lockdown, ieri sera, probabilmente ha evitato la tragedia. Sul posto, infatti, sono intervenuti i vigili del fuoco con le unità cinofile per verificare non ci fossero mezzi o persone sotto la frana, e fortunatamente non è accaduto.
Lo smottamento ricade in territorio trentino, quindi è la Provincia autonoma di Trento che ha in carico la messa in sicurezza del fronte roccioso e della gardesana.
Questa mattina sul posto si è tenuto un sopralluogo con il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, vigili del fuoco di Riva, Protezione civile locale e sindaci dei Comuni interessati, che ora si trovano l’unica via di comunicazione tra i due confini chiusa al transito. Il primo cittadino di Malcesine, Giuseppe Lombardi, con il comandante della polizia locale Luigi Bresaola, hanno partecipato al sopralluogo e spiegano gli interventi che si andranno a porre.
“I tecnici hanno detto che ci vorrà almeno un mese per mettere in sicurezza la parete – precisa Bresaola – Intanto stiamo organizzando una viabilità alternativa”. “Domani e dopodomani – precisa Lombardi – la Provincia di Trento ha organizzato lo spostamento su motoscafi privati. Da giovedì 7 gennaio, invece, Navigarda attiva le corse dei traghetti dal pontile di località Retilino, a nord di Malcesine, fino a Riva.
Le corse verso Limone ci sono già, ma abbiamo aggiunto la destinazione di Riva poiché ci sono molti ragazzi dell’Alto lago che vanno a scuola là, come anche molti lavoratori, sia in ambito sanitario che in altri settori. Saranno i traghetti, che trasportano auto e persone, quindi, a sostituire gli spostamenti di terra con quelli via acqua”.
Sarà complesso e facilmente anche lungo il percorso per la riapertura al transito sulla gardesana.
Non ci sono strade alternative, se non quella di Riva che porta ad aggirare il Baldo lungo la Val d’Adige, sulla via del Brennero, un giro lunghissimo. Il servizio traghetti, però, difficilmente potrà coprire tutte le necessità orarie dei tanti lavoratori e studenti che proprio dal 7 gennaio dovrebbero riprendere l’attività scolastica. Nel frattempo si fanno gli scongiuri perché il meteo si assesti e non si verifichino altri dissesti idrogeologici, non ultime le scosse di terremoto come avvenuto il 29 dicembre.
Intanto l’acqua che scende dalle valli delle colline baldensi e si riversano sulla gardesana, anche oggi mostrano la criticità del momento: vedi video di cascatella che fuoriesce dal muro del giardino di una casa privata a nord di Torri. A.S.