I sindaci di Affi e Lazise sono guariti dal covid ma l’esperienza è stata dura
Ne sono usciti, seppur non senza fatica. I due sindaci del Lago di Garda, Luca Sebastiano di Lazise e Roberto Bonometti di Affi, sono guariti dal covid.
Bonometti, dopo 25 giorni di isolamento si è finalmente negativizzato e ieri mattina, per il primo giorno, si è recato al lavoro in municipio. La sua è stata una forma non grave, se l’è cavata con un po’ di tosse e qualche linea di febbre i primi giorni, “ma non avrei immaginato che dal punto di vista psicologico pesasse così – dice – La paura di finire in pronto soccorso c’è, nonostante io non sia suscettibile a disturbi d’ansia o altro”. E per sensibilizzare la gente alla prevenzione contro la malattia ha fatto installare all’uscita del casello autostradale, nel parcheggio dei centri commerciali, un maxi cartellone con le indicazioni delle precauzioni da tenere e la scritta “Fai squadra contro il virus. Insieme si vince”.
Ci sono voluti ben 34 giorni, invece, perché il sindaco di Lazise Sebastiano potesse rivedere la luce fuori dal tunnel e dal suo isolamento. La sua è stata una battaglia più lunga e più dura, il covid gli ha procurato anche la polmonite interstiziale bilaterale. Ma essendo lui anche medico di famiglia del suo paese si è autodiagnosticato ancora prima del tampone di conferma la positività al virus e si è curato a casa. Da sabato ha ripreso ad uscire e a lavorare. Ora si reca dai suoi assistiti a tamponarli, “seppure super attrezzato dai dispositivi protettivi”, precisa, poiché la certezza di essere divenuto immune non gliela può dare ancora nessuno. “I primi sintomi li ho avuti il 31 ottobre, ma ora sono dieci giorni che sto bene, sono ancora in attesa dell’esito dell’ultimo tampone, ma poiché la normativa sanitaria dice che dopo 21 giorni di malattia e con gli ultimi 7 giorni senza sintomi ci si può considerare guariti, cinque giorni fa sono potuto finalmente uscire”. Ma l’esperienza ha lasciato il segno. “E’ stata dura all’inizio, poi quando ho iniziato a stare meglio è pesato anche l’isolamento di un mese. Ho avuto difficoltà anche a fare cose minime, come ad esempio parlare al telefono o fare lavoretti minimi, andavo in difficoltà respiratoria. Ma la cosa peggiore è stata la tosse ininterrotta, alla sera ero sfinito a forza di tossire e mi dava scompenso”. Ha pesato psicologicamente? “Non mi sono fatto sopraffare, ma bastava guardare la tv ed ascoltare notizie come ad esempio di una ragazza di 26 anni, senza patologie pregresse, morta in pochi giorni, che l’impatto si faceva sentire”. Il tempo lo ha passato leggendo e buttandosi avanti con lavori per cui non trovava mai il tempo di fare. “E’ un’esperienza che non auguro a nessuno di passare – conclude – i positivi sono sempre di più, quindi siamo in qualche modo accerchiati, quindi con molto più rischio di contagiarci. In questi giorni sono andato a casa di pazienti per fargli il tampone e ho travato casi in cui sono risultati positivi quattro tamponi su quattro eseguiti in famiglia. Bisogna fare molta attenzione”. A.S.