L’anno più nero della storia per la produzione dell’Olio DOP del Garda: il cambiamento climatico fa perdere il 90% dell’oliva
Il 2019 sarà ricordato come l’anno più nero per “l’Oro del Garda”, come viene chiamato l’olio Garda DOP, (Denominazione di Origine Protetta). Non ci sono olive sulle piante: si stima una perdita della produzione dall’80 al 90 per cento (il 90 è più realistica), con punte fino al 100% di chi non raccoglierà nemmeno i frutti perchè la spesa sarebbe superiore alla resa. Vale a dire che se nel 2018, anno dalla più alta raccolta, sui territori delle tre sponde lacuali (veronese, bresciana e trentina), si sono prodotti 378.500 kg di oliva, con il costo minimo al consumatore di 23 euro al litro d’olio prodotto, (con punte fino a 35 euro e oltre), il calcolo di resa commerciale va dai 10 ai 15 milioni di euro. Ebbene, quest’anno si stima si incasseranno da 1 a 1,5 milioni.
Il dato esatto si avrà a fine ottobre, quando inizia la raccolta dell’oliva, il cui olio sarà in commercio da dicembre. “Un danno enorme per i produttori – è l’allarme della presidente del Consorzio, (con sede a Cavaion V.se), Olio Garda DOP, Laura Turri – Un anno così nero non l’abbiamo mai visto. Certo ci sono anni più o meno produttivi, c’è sempre stata l’alternanza di annate nella raccolta, ma qua siamo oltre a tutto”. Le cause sono quasi tutte riconducibili ai cambiamenti climatici. L’olivo, infatti, sul Garda, c’è sempre stato, (decantato da Goethe) e dall’alto valore economico: nell’Alto Medioevo si diceva che “4-5 kg di olio gardesano valgono quanto un maiale molto grande”. E sul lago è sempre stato il suo micro-clima, simile al mediterraneo, a determinarne la presenza, non a caso l’area si chiama “riviera degli ulivi”, tanto che ne determina anche l’identità paesaggistica.
“In maggio ha piovuto tanto e questo non ha permesso ai nutrienti di arrivare alle piante – spiega Turri – poi, c’è stato il troppo caldo che ha bruciato i fiori degli olivi, poi ha grandinato e ci sono stati i forti venti che hanno tirato giù germogli e olive, infine, i pochi frutti rimasti sulle piante sono stati attaccati dalla mosca olearia”. Mosca olearia che muore con il gelo dell’inverno, ma senza più inverni freddi si sta moltiplicando a dismisura. “Noi facciamo tanta fatica a produrre olive – continua la presidente – e non abbiamo sostegni economici. Quindi servono finanziamenti destinati alla ricerca dei cambiamenti climatici coordinata agli effetti sull’olivicoltura e sulle nuove malattie. Insetticidi e lotta biologica non risolvono il problema. La mancanza di oliva ha preso anche la Valpolicella, i Colli Berici e Euganei, dove si produce l’olio Veneto DOP, ma è il Garda che detiene il 65% del prodotto regionale”.
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Insomma un insieme di concause che hanno messo in ginocchio 451 olivicoltori, 24 molitori e 72 imbottigliatori, soci del Consorzio, che coltivano su una superficie gardesana di 663 ettari, con 202.854 olivi iscritti al DOP. Ma oltre a questi ci sono migliaia di famiglie che hanno i loro olivi nei terreni di casa o in piccole coltivazioni e che portano i frutti ai molitori del territorio per ottenere olio per il loro fabbisogno annuale e che quest’anno dovranno acquistare quello di altre regioni.
E per un imprevedibile “cortocircuito”, il 2 e il 16 ottobre, il testimonial dell’Olio del Garda, Alessandro Borghese, manderà in onda due puntate della sua nuova trasmissione su Sky Uno, “Kitchen Duel”, dove si “consumerà” un duello tra due cuochi dilettanti a suon di ricette con l’Olio Dop del Garda. Quello del 2018, però.
Annamaria Schiano