Ags ha presentato il progetto definitivo del nuovo collettore: un tubo affiancato all’esistente sulle rive del lago e in alcuni tratti a lato gardesana
Azienda gardesana servizi, il 7 agosto, ha presentato alla stampa il progetto definitivo del nuovo collettore. Non prima di aver puntato il dito contro il senatore dem Vincenzo D’Arienzo, che con due interrogazioni ministeriali ha posto dei dubbi sulla procedura adottata. “Dubbi privi di fondamento – ha esordito il presidente Angelo Cresco – espressi con superficialità senza conoscere il progetto, in sostanza fake news di basso livello …”. All’interrogativo di perché il tracciato del progetto definitivo differisca dal progetto preliminare per 32 km, (dei 58 complessivi da Malcesine a Peschiera), con la posa della nuova condotta fognaria lungo le rive invece che interamente sulla strada gardesana, i dirigenti di Ags hanno presentato i dettagli di merito.
Il direttore Carlo Alberto Voi, il presidente Cresco e il direttore di ATO veronese Luciano Franchini hanno spiegato: “Abbiamo appurato che la posa di grosse condotte sotto la strada Gardesana, in certi casi risultano impossibili. In particolare per la presenza di numerosissimi sotto-servizi interferenti; la presenza di 66 vallette che scaricano le acque di pioggia dal monte Baldo a lago; i nuclei abitati dei paesi che in molti casi sono a valle della strada gardesana; l’impossibilità di bloccare il traffico sulla strada”.
La posa delle tubazioni, quindi avverrà in parte su gardesana per 21 km, lungo le rive e piste ciclabili-passeggiate per 32 km e su aree verdi per 2 km. “Il progetto prevede la totale dismissioni delle condotte sublacuali e non verrà posata alcuna tubazione nell’acqua – ha precisato Cresco – C’è assoluta unità di intenti per la realizzazione del collettore, nei tempi più rapidi possibili, da parte dei sindaci, degli operatori economici e di buona parte dei parlamentari veronesi, anche del M5S”.
E ci sono buone notizie anche per quanto riguarda la sponda lombarda del Garda. “I bresciani – ha anticipato Franchini – hanno presentato dieci giorni fa il progetto di fattibilità tecnico-economica che prevede la realizzazione di due depuratori a Gavardo e a Montichiari”. Il direttore Voi ha, inoltre, più volte sottolineato: “Il progetto definitivo non differisce in alcun modo dal preliminare, poiché lo schema idraulico è lo stesso, cambia solo che il tubo non è sulla gardesana ma lungo la riva sullo stesso tracciato”. E come corre in sostanza il tubo? “Per lunghi tratti affiancato alla condotta esistente. Nell’Alto lago, da nord di Malcesine fino all’impianto di Brancolino di Torri del Benaco, con sistema a gravità, mentre da Brancolino, poi, le acque nere saranno pompate attraverso un’unica condotta in pressione direttamente al depuratore di Peschiera senza disconnessioni idrauliche”.
“Nel Basso Lago, da Bardolino a Peschiera, invece, il preliminare prevedeva la riqualificazione del tubo esistente – continuano Voi, Cresco e Franchini – mentre è emerso che l’usura del tubo è tale, data da infiltrazioni di radici e collasso del calcestruzzo, che va rifatto completamente. Inoltre, la nuova condotta avrà una portata cinque volte superiore a quella attuale in condizioni meteo di non pioggia, in ghisa sferoidali avranno la massima tenuta idraulica”.
Per le “acque di prima pioggia”, considerate inquinanti, saranno realizzate 23 vasche di raccolta e di prima depurazione lungo le altrettante pompe di sollevamento sul percorso.
Il collettore attuale non verrà rimosso, in prospettiva di un futuro lavoro di separazione delle acque bianche dalle nere, che dovrebbero poi viaggiare separatamente nelle due condotte, ma solo quando i Comuni avranno realizzato le reti di divisione, i cui costi si aggirano sui 400 milioni. I dirigenti assicurano, quindi, che entro il 2020 partiranno i primi cantieri nell’Alto lago e che l’intera opera complessiva, anche per la sponda bresciana, dovrebbe essere conclusa in sei anni, seppure con un lieve ritardo. Ora il progetto sarà inviato ad Ato Veronese che procederà all’indizione di una Conferenza dei Servizi, alla quale saranno invitati tutti gli enti coinvolti dall’intervento e dove sarà possibile inviare osservazioni. La durata di questo procedimento è di 90 giorni. Mentre non sarà richiesta la Valutazione d’impatto ambientale sull’opera, come richiesto da Legambiente, poiché, hanno precisato i dirigenti: “Non è obbligatoria per legge: è prevista per le reti degli acquedotti, ma non per le reti fognarie”.
Annamaria Schiano