ReportGarda organizza la manifestazione di Pacengo per la sicurezza della Gardesana e viene insultato su Fb. Editoriale di replica
Editoriale di Annamaria Schiano
Quanto segue è volto a fare chiarezza sulla manifestazione a Pacengo di venerdì 3 agosto, in cui 150 persone hanno sopportato un caldo proibitivo per essere partecipi al sit-in di protesta per chiedere la messa in sicurezza della strada gardesana orientale. La sottoscritta è stata insultata in vari commenti su facebook per aver portato dei manifesti con sopra il logo di ReportGarda.com, la testata giornalistica che ho fondato e che dirigo. Ebbene, riporto quanto già risposto ai vari commenti su facebook, che mi hanno accusato di aver “speculato” sulla morte di un giovane ragazzo per farmi pubblicità.
- La sottoscritta, in veste di giornalista, ha deciso di aderire e promuovere con il proprio giornale online una campagna di sensibilizzazione al tema della sicurezza “per tutti” sulla regionale 249.
- Si è offerta, quindi, di organizzare la manifestazione che tutti “reclamavano” a parole ma che nessuno si adoperava per concretizzarla.
- Ho pubblicato vari articoli di approfondimento e di inchiesta su quanto avvenuto quella tragica notte del 20 luglio.
- Con l’aiuto di una signora, che peraltro è anche di origine straniera, (lo scrivo per sottolineare che tra tanti gardesani, solo una persona di un altro Paese si è spesa in prima linea), ci siamo adoperate per tutte le incombenze che sono seguite nel chiedere permessi alla questura e quant’altro. Ci siamo pure prese contestazioni per la forma adottata nel manifestare: l’unica che ci è stata prospettata dalla questura (in due incontri a Verona con gli ispettori della Digos), in cui o si accettavano le condizioni date o non veniva autorizzata.
- La sottoscritta ha lavorato per giorni nel produrre reportage e preparativi per organizzare la manifestazione. Ha speso denari personali e non ha chiesto contributi a nessuno. Ha pure detto alle giornaliste colleghe di non pubblicare il proprio nome o quello del sito.
- Reportgarda fornisce un servizio pubblico di informazione locale, a cui, i più accedono gratuitamente. E lo si pretende anche in tempi “veloci”, senza alcun contributo.
A fronte di tutto ciò, cittadini che non si sa nemmeno se hanno speso un minuto per farsi parte attiva nella protesta, hanno trovato il tempo e il gusto di contestare i manifesti con il logo del giornale online che ha promosso la manifestazione. Come accade in tutte le testate, se si sponsorizza (visto che le spese me le sono accollate io) un evento, il logo compare. Ed era giusto ci fosse. Mi era stato scritto da altre persone che intendevano partecipare, che avrebbero preparato degli striscioni, chiedendomi anche suggerimenti per gli slogan. Io quindi contavo su altri manifesti ed ho provveduto a prepararne alcuni che rappresentassero anche RG. Al sit-in, però, ci siamo trovati che non c’erano altri striscioni preparati, quindi si sono usati solo quelli portati da me e Ganna. Questo per quello che riguarda l’aspetto pratico degli eventi.
Ma c’è un altro fondamentale aspetto. La manifestazione aveva uno scopo “politico”: protestare per chiedere agli enti istituzionali preposti di realizzare le opere necessarie per la sicurezza della strada. In forma trasversale, aperta a tutte le forze politiche che avessero voluto parteciparvi, anche con proprie bandiere di partito, poiché non c’era censura verso nessuno. Ma di forze politiche non ne sono venute. Tutti a reclamare un generico: “In tanti anni non è stato fatto mai nulla per la regionale del lago”, evitando accuratamente di indicare nomi e cognomi dei responsabili. Allora li faccio io, così mi accollo le contestazioni di tutti, trasversalmente.
Chi governa la Regione Veneto da 20 anni? C’è una maggioranza politica, o non c’è? In tutti questi anni chi sono stati gli esponenti istituzionali che sono stati eletti in Regione (anche per cinque mandati consecutivi)? Sono loro che hanno il dovere di dare risposte al territorio? I soggetti privati che eseguono ampliamenti “mostruosi” delle loro attività commerciali (vedi Gardaland, giusto per fare un nome), hanno il dovere morale di compensare il territorio con arterie e marciapiedi per risolvere i problemi viabilistici e la sicurezza di pedoni e ciclisti che in larga maggioranza si recano alle loro strutture?
Ebbene, nessuno ha trovato un minuto sui social per porre nemmeno una di queste domande. Nessuno ha chiesto ai “diretti interessati” di spiegare perché la Regione in tanti anni non ha mosso un dito per realizzare le opere a bordo gardesana. Si è trovato il tempo, invece, di mettere sotto accusa la sottoscritta. Nessuno ha scritto un commento di ringraziamento verso chi ha lavorato duramente per realizzare la protesta.
Io ho organizzato la manifestazione con l’obiettivo primario di far sentire la voce di cittadini e autorità, ricordando anche la morte di un adolescente che se avesse trovato un marciapiede su cui camminare sarebbe ancora vivo, ubriaco o meno che fosse, su cui sono state scritte infamie sui social anche su di lui. Una morte assurda la sua, che personalmente mi ha creato profondo dolore, per il quale ho voluto fare qualcosa, ma ho trovato nelle piazze virtuali cuori di pietra, (pochi per fortuna), capaci solo di digitare parole per ferire e generare odio. Non mi aspetto di più, ma non posso tollerare che mi si accusi di “tornaconto personale” con aggettivi del tipo “vergognoso” o “indecoroso” da persone e rappresentanti istituzionali che non hanno speso un minuto del loro tempo per impegnarsi nella battaglia che riguarda tutto il territorio e tutte le persone.