Il Comune di Garda “privatizza” il lungolago costruito sopra la spiaggia
Il Comune di Garda, prima cementifica una spiaggia ed ora “privatizza” l’area demaniale con una cancellata. E’ così che cambia di nuovo volto la riva del lago a fianco della Lega Navale, sul lungolago che dal porto nuovo di Garda porta al Corno. Lì, dove un tempo crescevano le rose a bordo acqua, nel 2013 il Comune ha costruito una piattaforma in cemento destinata a scivolo per alaggio barche da assegnare alla “Scuola del Remo”. Una vicenda partita con il piede sbagliato già quattro anni fa, a cui seguì l’intervento dei carabinieri e la relativa denuncia in procura a Verona, per mancanza del permesso a costruire del Genio Civile.
Vicenda archiviata dalla procura in epoca recente, ma solo dopo che il Genio Civile ha imposto al Comune modifiche al progetto dell’alaggio, autorizzando l’installazione di un molo galleggiante.
Ma la piattaforma in cemento, lunga 13 metri e larga 8, che è stata anche pavimentata con cubetti autobloccanti, potrebbe non essere ancora regolare, come spiega Anna Codognola della minoranza consigliare: “A noi non risultano ci siano state sanatorie per la massicciata e mai avremmo pensato il Comune arrivasse ad installasse una cancellata così orrenda, uno sfregio al paesaggio. Se servirà siamo pronti a fare una denuncia sulla vicenda, che era già partita con un abuso”.
La domanda, in effetti, è lecita: come può il Comune recintare ad uso privato un pezzo di lungolago a bordo acqua, considerato che la legge sul Demanio impone ci siano dai 5 metri ai 10 metri dalla battigia di libera fruizione pubblica?
La costruzione nasce, infatti, con una convenzione che dà in concessione l’area all’associazione “Scuola del remo”, che raggruppa 79 soci nella gestione di 4 barche del Comune utilizzate per il Palio delle contrade, a cui si aggiungono 3 barche vip per la voga in piedi, 4 bisse e 2 gondoline gardesane. Imbarcazioni, che quindi, saranno ricoverate sul terrapieno, per essere portate in acqua attraverso la nuova pedana galleggiante installata da qualche mese, lunga 12 metri e agganciata alla piattaforma in cemento.
Barche che sono sempre state poste a terra, senza recinzioni, nello scivolo del porto dinnanzi al Bar Lido, da dove comodamente potevano accedere all’acqua per uscire.
L’opera realizzata interamente dal Comune, è costata circa 75 mila euro, partita con la cementificazione di una spiaggia, ricoperta con una massicciata di circa 100 metri quadrati, a cui, poi, si è dovuto aggiungere la pedana galleggiante (che avrebbe dovuto sorgere in origine a bordo lungolago al posto della piattaforma in cemento). E per finire, il tutto, è stato recintato con una cancellata, peraltro semplice anche da scavalcare, se il fine fosse quello di tenere in sicurezza le barche.
Ma per il sindaco Davide Bendinelli l’opera risulta legittimo: “Il Comune paga un canone demaniale per un’area a suo uso esclusivo, destinato al ricovero delle barche di sua proprietà e che ha dato in gestione ad un’associazione sportiva, quindi non utilizzabile da tutti. Essendo un ente pubblico, il Comune ha il diritto a recintare l’area, anche per mettere in sicurezza i propri beni. Del resto è chiusa al passaggio sulla riva anche la Lega Navale, quindi vuol dire che si può fare. La procura ha archiviato il caso dopo che il Genio civile ha autorizzato la modifica al progetto, con la costruzione di un molo galleggiante agganciato alla piattaforma, dove nel primo progetto di variante era inserita anche la recinzione”. Cancellata che poi, però, non si trova nelle tavole successive del progetto, variato in corso d’opera. Bendinelli, però, ribadisce che l’iter è regolare. La minoranza, invece la pensa diversamente ed è pronta a una nuova battaglia. Si vedrà come finirà questo nuovo capitolo dell’alaggio barche, fortemente voluto da Bendinelli e che annuncia sarà inaugurato nei prossimi giorni. A.S.