Caprino: ritorna a Ceredello la madonnina richiesta dai profughi. Cerimonia con parroco e imam
Musulmani e cattolici riuniti per pregare la madonna. E’ accaduto ieri pomeriggio a Caprino, nella casa della curia di Ceredello, dove da un anno sono ospitati un 15ina di giovani richiedenti asilo provenienti dal Pakistan e dal Bangladesh.
Il parroco di Caprino, don Carlo Motta e l’Imam Abdeljalil Elalami, da quattro mesi guida spirituale del Centro islamico di Bussolengo, hanno tenuto una cerimonia interreligiosa. Sono state recitate il Padre Nostro e l’Ave Maria e il versetto del Corano “Maria”.
L’incontro è avvenuto per celebrare il “ritorno” della statuetta della Madonna nella grotta del giardino dove si trovava un tempo, da dove, però, era stata spostata dopo l’arrivo dei profughi, per non urtare la loro sensibilità religiosa. Ma i giovani musulmani, invece, si sono risentiti per “l’esilio” della madonnina, poiché Maria è venerata anche nel corano.
Ecco allora la scelta del parroco di riportarla nella grotta dove era sempre stata, ma ha dovuto fare i conti con il diniego dei parrocchiani che si sono opposti. Così ha trovato una via di mezzo: i parrocchiani si sono tenuti la madonnina originale, di particolare pregio, e ai profughi hanno consegnato una statuetta simile, ma non del tutto uguale, acquistata tre mesi fa ad Ortisei.
Devono aver pensato che in fondo “è il pensiero quel che conta”. “La madonnina originale è un’opera d’arte –spiega don Carlo – è rimasta in questa casa abbandonata per tanto tempo, ma quando sono arrivati i profughi abbiamo ritenuto non fosse più opportuno lasciarvela. La gente ha chiesto venisse portata nella Chiesa Santa Maria Maggiore di Caprino, dove l’abbiamo appunto messa dopo un attento restauro eseguito con la Soprintendenza, in occasione della consacrazione dei 230 anni della chiesa, avvenuta l’8 ottobre alla presenza del vescovo. La statua è stata ripulita e ricomposta degli elementi che mancavano come gli angioletti, lo schienale e l’ostensorio”.
Insomma, alla fine, sotto un “diluvio universale”, la madonnina è ritornata nella grotta con un forte gesto simbolico. “Siete autorizzati a rubare i lumini – ha detto apertamente il parroco ai giovani stranieri – vi perdoniamo fin d’ora, l’importante che non le manchi mai un cero. Dio riesce a scrivere dritto su righe storte.
Qua si celebra l’esempio da seguire per le altre comunità, nel rispetto della diversità di queste persone, verso le quali si fanno tanti rifiuti. Invece è una gioia ritrovarci oggi, in due tre etnie diverse che professano la fede della fratellanza”. Ed anche l’Imam si è detto felice dell’incontro: “E’ un momento bellissimo, siamo tutti uguali davanti a Dio e i giovani ospitati in questa casa sono fratelli fuggiti dai loro Paesi per tanti motivi”. A.S.