Emendamento in Regione di Andrea Bassi per istituire l’Ulss Gardesana come per la riviera veneziana
“No all’Ulss Unica veronese: ci sia il riconoscimento della specificità gardesana come è stato fatto per la Riviera Veneziana”. E’ l’appello protocollato in Regione dal consigliere regionale della lista Tosi, Andrea Bassi. Con una nota Bassi riporta la contestazione.
E’ iniziata, infatti, all’interno del Consiglio Regionale del Veneto la discussione del contestato progetto di legge numero 23, quello che dovrebbe istituire l’Azienda Zero e ridefinire il numero e la composizione delle Ulss (che diventerebbero 9, ovvero due nel veneziano e nel vicentino e una unica per le rimanenti cinque province venete).
Per Verona il risultato di questa riforma sarebbe quindi quello di veder ridotte le tre Ulss attuali (Ulss 20 di Verona, Ulss 21 di Legnago e Ulss 22 di Bussolengo) in una unica Ulss provinciale denominata “Scaligera”, che andrebbe a sovrintendere ai bisogni di quasi un milione di abitanti. A differenza, appunto, di altre realtà venete come la provincia di Vicenza (dove le Ulss saranno due, una nel capoluogo e una a Bassano) o di Venezia (dove le Ulss saranno sempre due, una nel capoluogo e una a San Donà).
“Una sperequazione inaccettabile che crea cittadini veneti di serie A e di serie B – ribadisce Bassi – Soprattutto per la motivazioni usate dal presidente Zaia in avvio di seduta, per spiegare questo diverso trattamento delle provincie venete: ovvero che a Bassano (e quindi nel vicentino) è stata riconosciuta l’Ulss perché gli è appena stato tolto il Tribunale da Roma e che a San Donà è stata individuata la seconda Ulss del veneziano in ragione dei tanti turisti che affollano la riviera adriatica”.
“Ed è stato proprio davanti a queste spiegazioni che ho voluto subito ‘andare al vedo’ per capire se i ragionamenti fatti sono davvero di questo tenore o se siano solo uno specchietto per le allodole -prosegue il consigliere – ho protocollato (per motivi regolamentari, è depositato a firma del correlatore del provvedimento, il collega Sinigaglia) un emendamento per chiedere l’istituzione di una ulteriore Ulss, ovvero la numero 10 “Gardesana”. Avrebbe sede centrale presso gli attuali uffici dell’Ulss 22 a Bussolengo e sarebbe composta da 25 comuni appartenenti all’area del Garda, del Baldo, dell’alta Val d’Adige, della Valpolicella occidentale e più in generale del nord-ovest veronese. Ne farebbero parte, nel dettaglio, i comuni di Affi, Bardolino, Brentino Belluno, Brenzone, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion Veronese, Costermano, Dolcè, Ferrara di Monte Baldo, Fumane, Garda, Lazise, Malcesine, Pastrengo, Pescantina, Peschiera del Garda, Rivoli Veronese, San Zeno di Montagna, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco e Valeggio sul Mincio”.
“La ratio di questa proposta trova origine, appunto, nel ragionamento fatto per il Veneto Orientale: è infatti anche quella gardesana un’area che ha a che fare, e per fortuna che è così, con un’invasione di turisti per 4-5 mesi all’anno (nel 2015 siamo arrivati alla cifra record di oltre 12 milioni di presenze turistiche) che accrescono i bisogni sanitari dell’area, che non può quindi essere inglobata in un’Ulss provinciale che inevitabilmente non sarebbe in grado di considerare questa peculiarità e offrire risposte conseguenti. Mi auguro, quindi, che il presidente Zaia e la sua maggioranza, coerentemente con le loro precedenti affermazioni, accolgano questa proposta dimostrando di non voler perpetrare discriminazioni territoriali (i turisti del veneziano meritano più attenzione di quelli del veronese?) e dare finalmente a questo territorio il riconoscimento e l’attenzione che, a volte, sembra spesso mancare”.