Il Tar stronca i ricorsi di Comune e privati contro il trasferimento di Serit a Rivoli
Nella battaglia legale al Tar Ser.it vince su tutta la linea. Meglio dire: trionfa. Il Tar ha stabilito che sono “irricevibili e infondati” i due ricorsi presentati da Comune di Rivoli, circa 400 cittadini e dai privati confinanti l’area in località Terramatta su cui dovrebbe insediarsi il nuovo stabilimento della società che raccoglie e smaltisce i rifiuti di 124 Comuni, controllata dal gruppo Agsm.
“E’ una sentenza che ci ha stesi, non potevamo neanche lontanamente immaginare tali conclusioni. La troviamo profondamente ingiusta, sommaria e non poco sconcertante. Per questo riteniamo la sentenza vada appellata al Consiglio di Stato”, è il commento a caldo del sindaco Armando Luchesa alle motivazioni espresse dal Tar nella sentenza del 25 marzo, che in pratica stronca l’intero impianto dei ricorsi. E nemmeno tanto velatamente, Sindaco e consigliere delegato all’Ambiente Mario Arduini aggiungono: “E’ una sentenza esagerata, quanto ci sia entrata la politica non lo sappiamo, ma di certo qualche sospetto lo abbiamo”.
Del resto, nella battaglia in tribunale è stato schierato il gotha del foro scaligero degli avvocati. Il Comune, rappresentato dagli avvocati Fausto Scappini e Antonio Sartori, si è opposto al progetto di trasferimento e insediamento sul suo territorio del nuovo stabilimento Ser.it, avvalendosi anche del sostegno di associazioni ambientaliste e di circa 400 cittadini (praticamente tutto il paese) nella forma “ad adiuvandum”.
Tra questi spiccano anche le firme della campionessa olimpionica Sara Simeoni, del parroco Marco Rovati, (Fabio Testi era all’estero e non ha firmato, ma è vicepresidente del comitato di opposizione al progetto, ndr), difesi dall’avvocato Gian Paolo Sardos Albertini. Cittadini e Comune sono stati condannati anche a pagare le spese legali delle controparti per 6 mila euro più Iva). Mentre nel secondo procedimento avviato dai privati confinanti, l’avvocato Carlo Fratta Pasini ha rappresentato nell’opposizione all’annullamento dei provvedimenti la società 4963 Srl. I due ricorsi al Tar sono stati inoltrati contro Provincia di Verona, Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto – Osservatorio Regionale dei Rifiuti, Arpav – Dipartimento Provinciale di Verona, Azienda Ulss N. 22 Bussolengo, per chiedere l’annullamento degli atti autorizzativi della Provincia e dell’Arpav regionale al nuovo insediamento. Nel merito, però, i giudici del Tar hanno completamente respinto le istanze, giudicandole “improcedibili” perché inoltrate troppo tardi rispetto ai tempi previsti per legge e “infondate” nei contenuti.
Le contestazioni del Comune puntavano alla non aderenza al nuovo piano regionale dei rifiuti approvato il 29 aprile 2015; l’assenza e insufficiente valutazione della Commissione Via; l’illegittimità del parere dell’osservatorio rifiuti dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente del Veneto e la mancata valutazione del requisito dell’indispensabilità dell’impianto; l’illegittimità del parere dell’osservatorio rifiuti omessa e insufficiente valutazione dell’opzione zero e delle opzioni alternative; l’incompetenza della Provincia a decidere sull’approvazione del progetto e la carenza di istruttoria. Ser.I.T. si opponeva sostenendo l’infondatezza di tutti i motivi del ricorso, eccependo anche la tardività del ricorso avverso la Valutazione di Impatto Ambientale, chiedendo di respingere l’intero ricorso in quanto infondato. Ed anche la Provincia si opponeva sostenendo irricevibilità e infondatezza del ricorso.
Ed anche la minoranza entra in campo con le dichiarazioni del consigliere della lista “Il Domani”, Umberto Rizzotti, postate sulla pagina fb del gruppo: “”Non giudico, ricordo ed osservo i fatti. Il Tar ha giudicato il ricorso improcedibile ed infondato. Avevo garantito l’unanimità all’amministrazione suggerendo però prudenza, considerando che Serit aveva certificazioni ambientali, proponeva un centro di smistamento di rifiuti (e non una discarica) e non avevo letto di studi epidemiologici che certificassero inequivocabili danni per la salute. L’anno scorso avevo osservato che toni troppo accesi avrebbero penalizzato il comune in caso di sentenze avverse. Così è stato. Oggi siamo in difficoltà nel chiedere opere compensative o un percorso condiviso. Nel merito continuo ad essere perplesso sull’elevata cubatura proposta”.
Annamaria Schiano