A Garda 300 appartamenti ricavati dall’Eurohotel sottoposti ad indagine dei carabinieri, del Genio civile e degli uffici municipali
Un condominio realizzato sopra un torrente, ma anche un noto albergo trasformato in appartamentini dalle dimensioni fino a 12 metri quadrati, molti dei quali senza agibilità. In gioco ci sono circa 300 alloggi, i più grandi di 45 mq, ma che nel complesso hanno un enorme valore commerciale essendo situati fronte lago tra Garda e San Vigilio e affacciati sulla strada “gardesana” all’altezza dello stradello che a lato del torrente Volpara scende alla spiaggia del “Corno”.
Un “passaggio” che hanno percorso milioni di turisti e che conoscono tutti i locali, ma che dovrebbe essere chiuso considerato che si trova proprio sul letto del torrente. Elementi che hanno dato il via il 19 maggio ad un sopralluogo dei carabinieri di Bardolino e che ha generato martedì scorso due ordinanze dell’ufficio tecnico del Comune di Garda. E il 20 maggio è intervenuta anche la Regione Veneto con un’ulteriore ordinanza del Genio Civile di Verona, per imporre il ripristino della funzionalità idraulica del torrente Volpara,
alla cui foce già quattro anni fa è stato imposto l’abbattimento del chiosco “Il Corno”, gestito per 50 anni dalla famiglia dell’assessore Paolo Salier.
Le indagini del Genio Civile sulla zona, infatti, proseguono da anni, ma non sono ancora giunte alla conclusione, sebbene già nel 2013 lo stesso ufficio avesse ordinato il ripristino idraulico del corso d’acqua. Ora il problema si ripresenta con i palazzi residenziali, al cui interno sono ricavate “stanze-alveare” che in molti casi non hanno le superfici minime di legge (15 mq) e che per questo non hanno ottenuto il certificato di abitabilità e agibilità. Abitazioni per le quali, però, i proprietari hanno pagato per anni le tasse municipali al Comune (quali Imu seconde case, tassa rifiuti e altro) e che hanno ricevuto gli allacciamenti di luce, gas e acqua nonostante la mancanza del certificato di abitabilità-agibilità. Edifici costruiti negli anni ’60, quando si realizzò uno dei complessi alberghieri più prestigiosi di Garda per l’epoca: l’Eurohotel.
L’albergo comprendeva due corpi di fabbricati (Garda1 e Garda2, ora chiamati anche “S.Vigilio 1 e 2” ), i quali nel 2000 hanno ottenuto il cambio di destinazione d’uso da alberghiero a residenziale. I nuovi proprietari, (quasi tutti da fuori provincia o tedeschi), dalle stanze alberghiere hanno ricavato numerosi appartamentini unendo due o tre camere, oppure tenendone anche una sola da 12 metri, praticamente un locale con un paio di posti letto dove dormire per il periodo delle vacanze sul lago. Per questi due palazzi, il Comune ha ordinato all’amministratore condominiale, Giampietro Sacchetti, di produrre entro 15 giorni la documentazione di tutti gli atti di compravendita e le relative planimetrie di ogni singola unità abitativa (230 appartamenti), C’è da dire, però, che circa il 60% degli alloggi ha già ottenuto nel 2001 una sanatoria dal Comune stesso a seguito di condono edilizio.
La vicenda è molto più complessa per il condominio EuroGarda, che comprende 65 appartamenti. L’edificio, costruito una cinquantina d’anni fa, per una piccola fetta di superficie, che interessa una decina di alloggi, è costruito su terreno demaniale ai margini del torrente e dove vige il vincolo fluviale di rispetto, mentre l’intero parcheggio e parte del parco arboreo interno, (anche di notevole pregio), invece, sono proprio costruiti sopra il torrente Volpara: vi è stata realizzata una soletta di cemento che funge da ponte-tetto al torrente, anche se sotto non vi scorre acqua da molti anni poiché il corso è stato deviato a monte.
In epoca di mutamenti climatici, però, non ci sono più le certezze di un tempo che il torrente non possa riempirsi d’acqua. Così Corpo Forestale e Genio Civile hanno deciso per il ripristino della funzionalità idraulica del Volpara. Il Genio Civile, dopo che aveva già imposto nel 2013 l’abbattimento della soletta per la messa in sicurezza dell’area, ha chiesto ai proprietari di predisporre un progetto di ricostruzione con molte prescrizioni e i proprietari delle case giusto l’altro giorno hanno presentato il loro progetto al Genio Civile che ora dovrà approvarlo o meno.
E a onor del vero, la vicenda ha del kafkiano, poiché coinvolge anche gli Enti pubblici, in quanto il ponte-soletta che sorregge il parcheggio del condominio Eurogarda, è un tutt’uno con il sottopassaggio della strada gardesana (di proprietà di Veneto Strade), oltre il quale si trova il letto del torrente di proprietà del Demanio. Dunque sono interessati anche Regione e Stato, che da una parte chiedono ai privati cittadini (giustamente) di mettere in sicurezza il corso d’acqua, ma che dovrebbero loro stesse e per prime realizzare interventi per le porzioni di loro pertinenza, di cui, però, non sono pervenute notizie.
Intanto l’amministratore Giampietro Sacchetti fa quadrato attorno ai proprietari: “I palazzi sono lì da 50 anni e non è mai successo nulla –spiega-. Il patrimonio privato va tutelato e rispettato e il Comune che ha rilasciato le autorizzazioni e le sanatorie attraverso l’ufficio tecnico a fianco dell’ufficio tributi, ora chiede a me i documenti di ognuno, quando per anni ha ricevuto le tasse dei proprietari, mi pare un assurdo. Avrà registrato tutti i dati in questi anni. Oltretutto ci dà 15 giorni di tempo per una mole enorme di lavoro e di dispendio economico e di tempo del mio studio, quando in fondo io sono l’amministratore solo delle parti comuni dei condomini”.
E interviene anche il sindaco di Garda Antonio Pasotti con una nota in cui spiega: “Collaboriamo con i carabinieri per chiarire la situazione dell’ex Eurohotel, ma non è nostra intenzione perseguire i proprietari, bensì riportare a norma situazioni che non lo sono”. E quindi chiarisce: “L’amministrazione comunale sta cercando di capire come si è evoluto il suo utilizzo e per recuperare quella che appare un’evidente anomalia. Innanzi tutto va precisato che la struttura, realizzata nei decenni scorsi, non è abusiva dal punto di vista edilizio, ma semmai l’abuso consiste nell’uso improprio degli spazi e dei vani al suo interno.
L’edificio è stato prima un hotel in multiproprietà ed ora è utilizzato come palazzo in cui sono stati ricavati appartamenti e mini appartamenti. In questa sua evoluzione, si sono create situazioni che sono contrarie a quanto previsto dal regolamento edilizio del nostro Comune ed alla normativa igienico-sanitaria. Obiettivo di questa amministrazione, tuttavia, non è perseguire o punire qualcuno, quanto quello di riportare nella norma situazioni che, ad oggi, non lo sono. Per questo abbiamo richiesto all’amministratore del condominio tutta la documentazione che attesti l’evoluzione della struttura, visto che il Comune ne possiede solo una parte”.
Annamaria Schiano