“Parentopoli” a Gardacqua, bagnino nella struttura di proprietà comunale il figlio della consigliera comunale Codognola
Tutto tace tra i banchi di opposizione in consiglio a Garda. Da mesi non si sentono più levarsi voci di dissenso. Sono finiti i tempi dei duri scontri tra la consigliera Anna Codognola e Davide Bendinelli (il quale ha più volte annunciato le sue dimissioni ma mai attuate). Del resto anche il candidato sindaco alle passate elezioni del 2011 della lista Nuova Garda”, Giordano Monese, è di fatto (anche se non formalmente) passato tra le file della maggioranza, assumendo la delega all’ecologia.
Ed anche Codognola, elevatesi a paladina della questione morale e dell’etica della politica, che per anni ha inviato accuse di ogni sorte a colui che aveva appoggiato nel suo primo mandato da sindaco, ha improvvisamente cessato ogni belligeranza verso Bendinelli, dopo aver partecipato alle trattative private per condurre la minoranza a una “nuova forma di partecipazione all’amministrazione pubblica”. Tra le tante questioni sollevate la vicenda di Gardacqua, con l’ultimo avvicendamento di gestione scaturito dal bando di gara del 16 dicembre 2013, quando il gruppo di minoranza denunciò il concorso come “confezionato su misura per la Sport Management”, peraltro unica ditta che si presentò al bando. Ad inizio 2014 i consiglieri di “Nuova Garda” presentarono persino un “dossier” a sindaco, segretario comunale, commissione esaminatrice del bando e all’allora curatore fallimentare del centro piscine, contenente un elenco di pubblicazioni su varie sentenze emesse negli ultimi due anni a carico della Sport Management.
“Li abbiamo avvisati, -scrissero- poiché da quello che è emerso siamo molto preoccupati di come potrà andare la gestione di Gardacqua, avendo preso visione della lista di inadempienze, revoche appalti e cattiva gestione di alcuni impianti che la Sport Management gestisce in Italia”. “Gia’ abbiamo contestato il bando fatto, secondo noi, su misura per questa società, -scrissero- ora vigileremo, ma non ci riterremo responsabili di nulla di quello che potrà accadere …”. Ecco che accade con la riapertura del centro piscine del dicembre scorso: cessarono tutte le polemiche, anzi Codognola e Monese si attivarono per incentivare la popolazione ad iscriversi al centro natatorio e a fare presenze. A bordo piscina, infatti, almeno nei fine settimana, presidiava la sicurezza dei bagnanti il figlio della consigliera Codognola, diplomato bagnino. Una piccola “parentopoli” gardesana, dunque, finita sulla bocca di tutti, con la presenza lavorativa del figlio di una consigliera comunale in una struttura di proprietà del Comune. Annamaria Schiano