Attentato di stampo mafioso contro il sindaco di Affi: 8 colpi di pistola contro le porte di ingresso della sua casa, i proiettili passano sopra la testa della suocera
di Annamaria Schiano
Otto colpi di pistola calibro 7,65 sono stati sparati ieri sera alle 22 e 20 contro le porte d’ingresso della casa del sindaco di Affi Roberto Bonometti da un uomo incappucciato. Otto colpi che hanno centrato le due porte di entrata poste una a fianco all’altra della villetta bifamiliare in via Don Gnocchi. I colpi d’arma da fuoco sono penetrati dai portoncini in legno: tre sono andati a conficcarsi nel muro interno alla camera da letto e cinque nel corridoio della sala dove si trova la porta che conduce al piano interrato. Pallottole che si sono fermate ad un metro dal divano dove Bonometti con la moglie e la figlia stavano guardando la televisione.
Mentre nella stanza attigua, dove stava riposando la suocera del sindaco, i proiettili hanno sorvolato la testa dell’anziana donna coricata, per conficcarsi nella parete opposta. Insomma, poteva scapparci il morto e solo per miracolo la cosa si è risolta con un enorme spavento, ma senza danni alle persone. Se non quelli psicologici, che rimarranno impressi nella mente della famiglia del primo cittadino.
I motivi dell’agguato sono ancora tutti da accertare, il sindaco stesso non riesce a capacitarsi sulla motivazione di un tale gesto. Sono sotto choc, lui e i suoi familiari. L’altra parte della bifamiliare è abitata dalla famiglia del fratello del sindaco, da dove la nipote ha intravisto un uomo coperto con un cappuccio o un passamontagna scappare di corsa dal giardino, saltando il muretto che separa i cancelletti d’entrata. Dei vicini, invece, l’hanno visto salire su una bicicletta, pare una graziella e darsi alla fuga.
Bonometti, oggi pomeriggio, era ancora sconvolto. Ha passato praticamente la notte in bianco, con la polizia scientifica che ha eseguito i rilevamenti fino alle 3. I carabinieri della compagnia di Caprino, ieri sera, sono giunti sul posto in un paio di minuti, dopo la chiamata del sindaco alle 22 e 30. Erano già in zona, quindi ci hanno messo poco ad arrivare, ma intanto l’uomo, descritto come di corporatura normale, medio alta e molto agile, si era già dato alla fuga. Potrebbe aver premeditato il tutto, mettendo una bicicletta, piccola come una graziella in auto, per poterla caricare facilmente.
“Escludo nel modo categorico l’attentato di un mitomane –precisa il sindaco – E’ un atto mafioso che non è certo veneto. Non ne capisco il motivo però, non faccio che pensare a quale potrebbe essere, ma non trovo una risposta”. Bonometti non riesce a darsi pace, è sconvolto anche perché dice: “Avessero preso di mira me, ma hanno fatto un attentato contro la mia famiglia”. Le ragioni della grave aggressione possono spaziare dal mondo del lavoro del sindaco a quello di amministratore, ma lui è certo non ci siano motivazioni plausibili: “Sul piano professionale, faccio il promotore finanziario, ma clienti che perdono soldi non ne ho, quindi sono tranquillo. Sono propenso a pensare che sia rivolto alla mia attività amministrativa, per tentare di farmi cambiare idea su qualcosa, ma non so che cosa”.
Passando in esamina i vari ambiti che potrebbero trovare un movente, non ne viene fuori uno che sia credibile secondo il sindaco: “La costruzione del Parco eolico è esclusa poiché gli appalti sono troppo lontani da divenire, se ne parlerà dal 2015 in poi; dal punto di vista urbanistico non abbiamo lottizzazioni da approvare; sul piano sociale non ci sono casi particolari; in ambito commerciale, i negozi dei centri quest’anno hanno lavorato come non mai; siamo contrari alle sale giochi, ma quelle che hanno fatto domanda hanno aperto. Insomma, è da ieri che ci penso e non trovo risposta, non so darmi pace su chi può avercela così tanto con me”. Nel frattempo, a mezzogiorno, ha telefonato al sindaco il prefetto Perla Stancari, e gli ha assicurato che verrà messo sotto sorveglianza dalle forze dell’ordine. Lui, però, non è tranquillo, perché non conoscendo i motivi dell’attentato, non sa se la cosa potrebbe ripetersi, ma soprattutto non capendo chi può averlo preso di mira, non sa nemmeno da cosa difendersi. Bonometti è un uomo mite, una brava persona, è difficile immaginare si sia fatto dei nemici, al punto tale da condurli a sparare dentro la sua casa. L’unica certezza che ha, è che ieri sera ha sentito dei colpi: “Che subito ho pensato fossero mortaretti, ma quando mi sono alzato dal divano e ho visto i buchi nelle porte a un metro dalle nostre teste sono raggelato. Se poi penso che qualcuno di noi in quel momento avrebbe potuto alzarsi per andare in bagno, mi sconvolgo ancora. Mia suocera, che ha 88 anni e ci sente poco, stava dormendo senza apparecchio acustico, ma si è svegliata lo stesso, è venuta da noi e ha detto: ho sentito dei colpi di pistola!”.
Tante le testimonianze di solidarietà espresse oggi dal mondo politico-amministrativo. E’ intervenuto anche il sindaco di Verona Flavio Tosi, affermando: “la sensazione è che si tratti di un avvertimento di stampo mafioso. Stiamo predisponendo per i prossimi giorni un’iniziativa politicamente trasversale di tutti i sindaci della provincia di Verona per dare un chiaro segnale, non solo di solidarietà al primo cittadino di Affi, ma anche per testimoniare che in questo territorio non c’è spazio né efficacia per intimidazioni di questo genere».
Ed è intervenuta anche l’assessore provinciale Carla De Beni, già sindaco di Affi per due mandati, che con l’intera Amministrazione comunale ha organizzato per martedì prossimo una manifestazione di protesta ad Affi: “Faremo una sfilata con partenza alle 17,30 dal municipio lungo le vie del paese con tutti i sindaci in fascia tricolore, contro questa gravissima forma di intimidazione, che qua non si è mai verificata. Anche gli altri consiglieri comunali sono tutti sconvolti, come l’intera cittadinanza”.