Peschiera: poliziotti a “lezione” di integrazione culturale con gli africani. Tre giorni di “Dialogues” a Verona
Poliziotti a lezione di integrazione culturale alla Scuola di Polizia di Stato a Peschiera del Garda. Una “lezione” del direttore della scuola Gianpaolo Trevisi a tutti gli effetti quella impartita ieri ai 120 allievi del 189esimo corso di formazione. Presenti in aula i rappresentanti delle 17 associazioni che hanno dato vita a “Dialogues”, la tre giorni di manifestazioni veronesi volte a diffondere il messaggio di un futuro senza più razzismo. “Africa@Europa.it” il titolo dell’evento iniziato ieri pomeriggio a Peschiera, ma che prosegue anche oggi, alle 18, al Monastero di Sezano a Verona e domani alla stessa ora a Villa Buri.
“Africa@Europa.it non è un sito – ha spiegato il portavoce delle associazioni e narratore interculturale del Togo, Jean Pierre Piessou- bensì è un modo per coniare il nostro sogno: l’Africa che abbraccia l’Europa, due Continenti che per decenni si sono guardati malissimo, “dall’alto in basso”. Noi vogliamo trasformare questa visione, partendo proprio da questa “piazza” di polizia, per diffondere il messaggio di fratellanza di tutti i popoli del mondo”. E quale miglior modo per festeggiare l’abbraccio tra due mondi che appaiono in antitesi, se non quello di gioire con musica, danza e cibo, linguaggi che vanno oltre le parole.
Nel piazzale della scuola si sono uniti anche due mondi musicali: dapprima si è esibita la band dei giovani allievi poliziotti, poi il gruppo africano “Koinonia Acrobatic Team”, che fanno parte della Comunità fondata da padre Kizito mccj in Zambia, Kenia e Sudan. Non prima di aver seguito, però, la lezione di Trevisi, che in chiusura ha mandato sullo schermo le “didascalie” di Albert Einstein: “E’ più difficile disgregare un pregiudizio che un atomo” e di Jurij Gagarin, il primo uomo che andò sulla Luna e che dall’oblò della navicella disse: “Da quassù la Terra è bellissima senza frontiere né confini”.
Trevisi ha anche scritto un libro che parla di migranti e di discriminazione, dopo aver lavorato 8 anni all’ufficio immigrazione della questura di Verona. “Dovete guardare sempre negli occhi le persone e superare la superficialità che vi fa vedere solo il colore della pelle”, ha detto il direttore ai giovani allievi ventenni, che un domani si troveranno a svolgere servizi di gestione degli immigrati, clandestini e non. Del resto il tema del seminario era: “La Polizia a garanzia e tutela dei diritti di tutti i cittadini senza alcuna distinzione”. Tanti gli aneddoti riportati dal direttore ai ragazzi sulle attività di gestione dell’immigrazione.
“Oggi vogliamo dialogare con i giovani poliziotti che rappresentano le istituzioni –ha concluso Piessou- per andare oltre i confini, le etnie, le lingue e le comunità chiuse, lanciare un messaggio di speranza: due mani che si incontrano e insieme costruiscono una Nazione”. Dalle parole alla musica, ieri, poliziotti e africani in un abbraccio multietnico. Annamaria Schiano
articolo magnifico che sottolinea una realtà positiva, ma che non fa rumore