Matteo Salvini “presidia” l’hotel di Affi che ospita 13 profughi: “Sono anche troppi, alloggiati in albergo con i nostri soldi, vanno allontanati”
di Marcella Sabaini
Il tour elettorale di Matteo Salvini fa tappa ad Affi. Presidio leghista di fronte all’hotel Garda ospitante 13 dei profughi sbarcati a Lampedusa la scorsa settimana. Si è tenuto oggi pomeriggio di fronte ad un capannello di circa 50 fedelissimi la manifestazione della Lega Nord contro le politiche di accoglienza dei migranti nel nostro Paese. Ore 16, al di fuori dell’hotel una trentina di persone, sventolanti bandiere leghiste e della Liga veneta, attendono il proprio segretario federale Matteo Salvini: sulla recinzione del parcheggio dell’albergo campeggia uno striscione “Clandestino è reato”.
Nell’attesa dell’arrivo del segretario, gli slogan “Alfano scafista sei il primo della lista” e “Fuori tutti i clandestini” inneggianti al megafono da un sostenitore non ottengono molto seguito, ma richiamano l’attenzione di qualche curioso che si unisce alle file dei manifestanti. Ore 16:20 arriva il camper elettorale dal quale scende Salvini. Ad attenderlo ci sono il segretario provinciale di Verona per la Lega Nord Paolo Paternoster, il capo-delegazione al Parlamento europeo Lorenzo Fontana, gli assessori della Lega del comune di Affi Gianmarco Sacchiero, Marco Sega e Claudio Orlandi, ed il sindaco del paese Roberto Bonometti, (quest’ultimo tutto berlusconiano, ma in netta minoranza politica nella sua giunta) ed anche la già sindaco di Affi per 10 anni, ora assessore provinciale per la Lega Carla De Beni. De Beni si avvicina subito a Salvini e gli dice: “Io sono assessore alla viabilità, in provincia abbiamo le strade piene di buche e non possiamo sistemarle perché non ci sono soldi e qua, invece, si spende per mantenere in albergo i clandestini”. Al microfono interviene anche Paternoster che aggiunge: “C’è gente terremotata che vive nei box e qua li mettono negli alberghi…”.
A presenziare al presidio, infatti, ci sono anche l’altro assessore provinciale della Lega Ivan Castelletti, il sindaco del confinante Comune Rivoli V.se Mirko Campagnari e vari esponenti locali. Tutti fedelissimi, oltre a loro non si vedono altri personaggi della politica o della società, solo giornalisti che registrano la passerella mediatica del movimento leghista. Attorno, infatti, anche le vele elettorali con i volti di Flavio Tosi e Lorenzo Fontana, candidati alle europee.
“Solo 12 pakistani sono ospiti di questo hotel? Sono anche troppi! Al loro posto dovrebbero essere ospitati gli italiani che hanno perso il lavoro per la crisi e che lo Stato ha dimenticato” risponde Salvini ai giornalisti prima di prendere in mano il microfono e parlare al suo popolo, che gli si accalca attorno brandendo cartelli che auspicano al ritorno del reato di clandestinità. “Il nostro Paese deve gestire 800 mila clandestini. E l’Europa se ne fotte! Noi vogliamo andare in Europa per ribaltarla! Occorre rivedere tutti i trattati europei, sospendere il ‘Mare Nostrum’ (operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale) ed eliminare i costi per alloggiare i clandestini negli alberghi” inizia il segretario. E ancora: “Per questa iniziativa di ospitare i profughi in hotel e agriturismi sono a rischio la stagione turistica di Sicilia e Sardegna, tanto per farvi un esempio. Senza poi contare il cattivo messaggio che si dà a questi disperati per cui se vengono in Italia saranno ospitati in hotel a tre stelle. Chi glielo fa fare di andare in altri Paesi?”. Il pubblico annuisce e ascolta in religioso silenzio. Silenzio che viene rotto solo dai “buuu” che si sollevano quando Salvini nomina l’ex ministro per l’integrazione Cecile Kyenge, annunciando che sarà ospite con lui domani sera al programma di Michele Santoro Servizio Pubblico, occasione nella quale sottoporrà all’ex ministro le istanze leghiste sui problemi nazionali legati all’accoglienza dei profughi.
Quindi prende la parola il sindaco Bonometti, il quale ribadisce la propria perplessità verso questa gestione dell’emergenza sbarchi: “Ti ringrazio Matteo di aver accolto il nostro invito ed essere venuto a dare il tuo contributo in questa vicenda. La mancanza di indicazioni da parte della prefettura rispetto le identità, i precedenti e la situazione medico-sanitaria delle persone che ci hanno fatto ospitare, ha destato non poche preoccupazioni. Ad ora la nostra esperienza possiamo dire non ha creato nessun tipo di problema, ma a livello nazionale bisogna intervenire”. I profughi sono “rifugiati” dentro le loro stanze nell’hotel e la questura tiene rigorosamente distanti dall’ingresso dell’albergo i manifestanti (non si sa mai che si inneschi qualche atto dimostrativo).
I gestori dell’hotel Ugo e Mirko Fioretta, che avevano predisposto un aperitivo da offrire in segno di pace ai leghisti, non riescono nel loro intento. Salvini non li guarda nemmeno di sfuggita e loro commentano: “Posso capire il conflitto che c’è su questa tematica, però credo che una manifestazione del genere avrebbe avuto senso davanti alla prefettura, piuttosto che qua”, conclude Ugo Fioretta, chiudendo così una protesta dai toni tutt’altro che concilianti.
Dopo questa farsa come cittadino di Affi mi vergogno, e chiedo scusa a quei poveri ragazzi profughi, penso che avrebbero evitato tutto questo travaglio se solo avessero avuto una qualche prospettiva di vita decente nel loro paese.