Nuvole di fumo avvolgono le scuole di Cavalcaselle Genitori sul piede di guerra: “vogliamo risposte sulle emissioni della centrale a biomasse”
Castelnuovo in subbuglio per le emissioni della centrale a biomasse costruita a Cavalcaselle a ridosso del polo scolastico. A far traboccare il vaso è stato l’episodio accaduto mercoledì 19 febbraio, quando i bambini della materna sono stati portati dalle maestre in un’altra ala della scuola, perché la propria classe è stata invasa dal fumo emesso dall’impianto. Son due anni che è entrata in funzione la nuova centrale a biomasse (che brucia cippato verde), destinata a riscaldare le scuole materna ed elementare, il centro sociale e in futuro anche gli impianti sportivi attigui. La gente è da allora che protesta perché la centrale è stata costruita troppo vicina agli edifici scolastici, con un camino ad una quota troppo bassa, cosicché quando c’è bassa pressione, il fumo invade le scuole. Le maestre sono costrette a tenere le finestre chiuse ed anche l’accesso al giardino è limitato alle giornate di “sereno”.(cliccando sulle foto si aprono a tutto schermo)
I genitori continuano a chiedere al Comune la documentazione delle analisi dei fumi emessi, ma assicurano di non aver ancora ricevuto risposta. Hanno anche scritto all’Arpav, ed ora, dopo l’episodio inquietante della settimana scorsa hanno avviato una raccolta di firme. Voglio certezze che i fumi non siano nocivi per la salute dei loro bambini.
“Questo episodio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso –racconta una delle mamme dei bambini che frequentano la materna – Ci sono circa 120 bambini dai 3 ai 5 anni in quella scuola. Mercoledì sono stati spostati i piccoli della sezione rossa, perché la maestra aveva aperto la finestra del bagno e da lì è entrato il fumo che ha invaso l’aula, con i bambini che hanno iniziato a tossire. Alla sera avevano ancora la gola irritata. Hanno installato questa “ciminiera” dicendo che faceva risparmiare 15 mila euro all’anno di riscaldamento e invece non c’è stato risparmio, hanno dovuto sostituire tutti i convettori per renderli compatibili, l’acqua calda c’è a giorni alterni e il termostato della scuola deve essere tenuto a 30 gradi, altrimenti non arriva calore alle sezioni dell’altra ala della scuola”. Per dare l’idea del grado di allarme dei cittadini, la notizia è stata postata ieri su face book da un esponente del M5S di Castelnuovo e in poche ore ha raccolto cento commenti. Tra i post di oggi, invece, si legge: “Se le analisi sono state fatte e come da tutti auspicato hanno dato esito negativo, perché non sono state rese pubbliche? Appurata la non pericolosità delle emissioni, però, il problema non si può dire risolto, poiché il fumo continuerà ad avvolgere la scuola. Siamo accusati di fare propaganda politica, ma due anni fa non eravamo in campagna elettorale: è da allora che attendiamo risposte, ai genitori interessa solo e unicamente salvaguardare i propri figli…tutto il resto non ci interessa”. Il problema è molto sentito dalla cittadinanza ed è finito inevitabilmente anche al centro dei dibattiti degli incontri elettorali in corso.
Interviene così anche Rossella Vanna Ardielli, ex assessore all’istruzione, maestra da oltre 40 anni delle scuole elementari di Cavalcaselle, ora candidata a sindaco per il movimento civico “La Strada”. “A volte la scuola è immersa in questa nuvola di fumo –spiega- I genitori, giustamente, vogliono una dichiarazione scritta dall’amministrazione comunale che certifichi che non ci sono rischi per i bambini. In questo periodo ci sono volantini dappertutto e se ne parla ovunque, anche perché è sotto gli occhi di tutti quella nuvola di fumo, a volte chiara a volte scura.
Io credo sia tutto a posto, però bisogna che sia dimostrato. A scuola siamo costretti a tenere le finestre chiuse. La centrale è troppo vicina agli edifici scolastici e la materna ha un lato della scuola che è rivolto proprio verso il camino della centrale”. Anche un papà di un bambino di 4 anni e mezzo che frequenta la materna ricorda l’impegno dei genitori: “Abbiamo scritto all’Arpav che ci ha rimandato al Comune, ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna analisi dei fumi che certifichi siano innocui, anche perché scientificamente è provato che sebbene si bruci legno, si crea comunque combustione, con immissioni inquinanti e di polveri sottili, che vengono filtrate si all’80%, ma il 20% finisce nell’aria che poi respiriamo”. Il vice sindaco Giovanni Peretti, ora candidato a sindaco, però, rassicura sulla naturalezza dell’impianto: “Abbiamo già eseguito delle analisi e sono risultate a posto, ma per togliere ogni
dubbio abbiamo incaricato anche una ditta esterna e terza ad eseguire nuovi esami, perché non si dica che il Comune controllato è anche il controllore. Stiamo aspettando l’esito di questi nuovi test. Di certo li si brucia solo legna e l’emissione è determinata da dei filtri ad acqua che emettono fumo-vapore. Non siamo così pazzi da mettere a rischio la salute dei bambini, sia io che il sindaco siamo stati presidenti della scuola materna, figuriamoci se non abbiamo a cuore la loro salute. I genitori fanno bene a preoccuparsi per i loro figli, ma qua non c’è nulla di pericoloso, l’Italia è piena di centrali a biomasse e sono considerate fonti alternative. La centrale non è poi che emetta fumo tutti i giorni, ci passo davanti sempre. Non nego però che il problema della vicinanza e del camino troppo basso esista, per questo interverremo per cercare un rimedio, ma posso anche dire che in questa storia ci leggo una strumentalizzazione politica mostruosa, essendo tutti noi in campagna elettorale”.
Annamaria Schiano