“Intervenga la Presidenza del Consiglio per ultimare la bonifica dell’esplosivo presente nei fondali dell’isola di Trimelone”. Interrogazione di D’Arienzo e Zardini in Parlamento
I deputati veronesi del PD, Vincenzo D’Arienzo e Diego Zardini, giovedì hanno
presentato un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa, sull’annoso problema della bonifica dell’isola di Trimelone a Brenzone sul Garda.
“Dove è presente un consistente quantitativo di materiali esplosivi e di ordigni bellici – scrivono nell’interrogazione i parlamentari- per l’esplosione avvenuta nell’ex polveriera militare nel 1954, di un importante cantiere di dispolettamento degli ordigni”. I deputati, quindi, nel testo presentato in aula proseguono con l’escursus storico che ne è seguito. L’esplosione del cantiere fu talmente violenta da proiettare rocce e manufatti del peso di oltre 15 tonnellate all’interno del Lago di Garda, con una durata di tre giorni e tre notti, depositando su tutto il fondale attorno all’isola migliaia di ordigni e casse di esplosivo di ogni tipo.
Il dipartimento della protezione civile di Roma, con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2005, assegnò, così, alla prefettura di Verona 662mila euro, per l’avvio degli interventi di bonifica. La giunta regionale del Veneto, due mesi dopo, integrò il finanziamento con altri 200mila euro, assegnati al Comune di Brenzone.
Si avviò, dunque, una prima fase di bonifica, lavori apparsi subito più impegnativi di quanto previsto. L’anno successivo, la giunta regionale, al fine di permettere il pagamento delle componenti militari e civili impegnati nella bonifica del materiale esplosivo, anticipò altri 100mila euro al comune.
I finanziamenti, quindi, di circa 1 milione, hanno consentito tra il 2006 e il 2009 -con il coinvolgimento della Marina militare italiana (reparto di Ancona), dei carabinieri, di tanti subacquei e dei militari di Legnago- il recupero di quasi 100mila ordigni di ogni forgia e tipologia, risalenti sia alla prima che alla seconda guerra mondiale.
Dal 2009, però, più nulla è stato fatto. E in passato vi sono state anche intrusioni di sconosciuti sull’isola, approfittando di un buco creatosi presso la casamatta presente. Ignoti, pare, abbiano asportato del materiale bellico inerte accatastato. Sull’isola, peraltro, è ancora in vigore il divieto di sbarco, di attracco, di pesca, e di avvicinamento e all’interno delle casematte sono stoccati ancora centinaia di bossoli di ordigni e di spolette di ogni genere.
Se però finora la superficie dell’isola è stata liberata dagli ordigni, non altrettanto si può dire dei fondali intorno. I primi dieci metri di profondità sono stati bonificati nel 2008, mentre restano da fare i lavori di sminamento almeno fino a 30 metri.
Alla luce di tutto ciò, D’Arienzo chiede quindi nell’interrogazione se non sia doveroso riprendere le azioni di risanamento della zona, in modo da favorirne la pubblica fruizione ed eliminare il pericolo costante che quell’arsenale bellico rappresenta per la comunità locale. Inoltre, la bonifica eliminerebbe anche il rischio della possibile attrazione di soggetti o organizzazioni con finalità illecite.
Scrive, dunque:“Se la Presidenza del Consiglio non ritenga urgente riattivare il confronto con la regione Veneto e con il comune di Brenzone, per proseguire nella bonifica fino alla profondità di 30 metri; se intenda assumere iniziative per finanziare, attraverso la protezione civile l’ulteriore bonifica necessaria, in modo da favorire il possibile cofinanziamento da parte della regione Veneto, come già accaduto in passato; se intenda valutare la possibilità di concentrare i pezzi lasciati dalla Marina militare e chiusi sotto chiave sull’isola, in un luogo da individuare, in modo da renderlo un punto di riferimento per scopi culturali e turistici; se ritenga doveroso un sopralluogo tecnico dell’isolotto finalizzato ad esprimere la necessaria attenzione al tema; e se siano noti asportazioni o trafugamenti di materiale bellico negli ultimi anni e con quale frequenze vengano effettuati i controlli del caso”.