Fantinati presenta tre ricorsi al Ministro Bray contro la vendita dei Beni architettonici di Peschiera
Mattia Fantinati, parlamentare del Movimento Cinque Stelle, ha presentato oggi al ministro dei Beni e delle attività culturali Massimo Bray tre ricorsi ai decreti di alienazione delle caserme La Rocca e XXX Maggio e per il Padiglione grandi ufficiali di Peschiera. Fantinati si era assunto l’impegno di intervenire in questa vicenda ancora nel novembre scorso, durante un incontro pubblico promosso dal Movimento Cinque Stelle. “E’ utile ricordare che l’intera struttura storica monumentale della Fortezza di Peschiera del Garda è stata sottoposta al massimo vincolo di tutela (vincolo diretto e vincolo storico) e alla conseguente inalienabilità con decreto in data 3 febbraio 2001”, (link La Piazzaforte di Peschiera e le sue caserme)
ricorda Fantinati nel ricorso. Sottolineando le discordanze che caratterizzano la decisione presa dalla direzione regionale del ministero dei Beni e delle Attività culturali (Mibac), e dimostrando l’importanza della struttura asburgica, il parlamentare aggiunge poi: “Appare difforme dalla Norma e da una sensata e consapevole procedura, l’estensione automatica alla Caserma La Rocca ed alla Caserma XXX Maggio della riduzione del regime vincolistico, e la conseguente alienabilità, proposta dall’Ufficio Legislativo citato per il solo caso specifico del Padiglione degli Ufficiali. La Caserma La Rocca e la Caserma XXX Maggio pongono,
infatti, temi di tutela storico-artistica di ben diversa importanza e complessità, investendo qui preesistenze monumentali di probabile epoca tardo antica, opere di architettura militare trecentesche scaligere, cinque-seicentesche ed ottocentesche. Non si tratta di semplici caserme, ma si tratta di un impareggiabile compendio storico-monumentale strutturato nei secoli in relazione agli eventi politici e militari accaduti nello scacchiere di guerra europeo tra Mincio e Adige, nel quale la fortezza di Peschiera è sempre stata cardine fortificatorio”.
“Svendere i beni architettonici e culturali del territorio per fare cassa non è il modo di risolvere il problema”, spiega Fantinati, “lo si tampona nel brevissimo periodo, ma è evidente l’assenza di una visione di prospettiva. Quando non ci sarà più nulla da svendere, peraltro a prezzi ribassati, cosa si andrà a toccare pur di fare cassa? E intanto a rimetterci è la collettività, privata di quei monumenti storici e di quei beni architettonici che rappresentano un importante patrimonio, soprattutto in un’area turistica come questa”, conclude il parlamentare. Comunicato stampa.